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Cano, Melchor.

Teologo domenicano spagnolo. Entrato nell'Ordine domenicano nel 1523, studiò all'università di Salamanca dove gli fu maestro Francisco de Victoria. Successivamente, insegnò Teologia a Valladolid, Roma, Alcalá, Salamanca. Nel 1551 rappresentò l'imperatore al Concilio di Trento, avendo una parte di primo piano soprattutto nelle discussioni e nelle deliberazioni sull'Eucarestia e sulla Penitenza. Nominato reggente degli studi nel collegio di San Gregorio a Valladolid nel 1557, divenne successivamente priore (1557) e nel 1559 provinciale di Spagna. Nominato vescovo delle Canarie nel 1560, morì prima di raggiungere la sede. Avverso al misticismo in ogni sua forma e nemico dell'erasminianesimo, di cui pure aveva subito l'influenza attraverso l'insegnamento del De Victoria, nel 1558, in seguito alla pubblicazione dei Comentarios sobre el catecismo cristiano, ne denunciò al Tribunale dell'Inquisizione, l'autore, Bartolomeo Carranza, che aveva studiato con lui a Salamanca e verso il quale nutriva antipatia sin da quel tempo. La sua denuncia consentì al grande inquisitore Fernando de Valdés di intentare un processo che per anni oppose l'Inquisizione spagnola al papato (V. CARRANZA, BARTOLOMEO). Scrisse numerosi trattati ed espose compiutamente la sua dottrina nell'opera intitolata: De locis theologicis pubblicata postuma nel 1563 a cura di Fernando de Valdés. In tale opera egli enunciava i fondamenti della scienza di Dio: Scritture, tradizione orale, Chiesa cattolica, Padri, concili, Chiesa romana, teologia scolastica, ragione naturale, autorità dei filosofi, autorità della storia. Altre sue opere molto discusse furono: Sacramento in genere; De poenitentia; Relacione (Tarancón, Cuenca 1509 - Toledo 1560).